Tutto il mare tra di noi by Dina Nayeri

Tutto il mare tra di noi by Dina Nayeri

autore:Dina Nayeri [Nayeri, Dina]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788858509517
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2013-08-26T22:00:00+00:00


9

Tarda primavera 1990

Saba lascia la rimessa di suo padre e si incammina verso casa per le stradine di montagna, rinunciando all’autobus in favore della libertà di salire e scendere per i sentieri di terra battuta che conducono al paese vicino. Gli alberi, alcune settimane prima ricolmi di boccioli, adesso sono carichi di nuovi frutti, ma Saba è paralizzata dal pensiero di prigioni, halva e doppie lapidi. Da madri ribelli armate di macchina fotografica che gridano verso il vuoto dell’Occidente. Da attestati legali di verginità e mariti riluttanti. Da giovani uomini e dal felice ricordo di un bacio non tanto innocente sulla guancia. Si chiede se Ponneh desideri tutto ciò. La sorella maggiore resiste, ma è sempre più malata. Le regole di Khanom Alborz l’hanno trasformata in una reliquia, nell’attrazione del villaggio. Tutti pensano la stessa cosa: Ma quand’è che morirà e libererà finalmente le povere sorelle prigioniere?

Saba afferra la maniglia. Chiama Abbas. La casa sembra vuota e Saba attraversa la cucina, lasciando la borsa su uno sgabello basso vicino alla finestra. Si protende sul tavolo per controllare la ciotola di frutta che ha preparato quel mattino – consegnata da un ortolano del posto che Abbas trova simpatico –, i gambi ancora intatti, le bucce lucide e ammaccate dall’aria umida del Gilan e dalla corsa nel cassone del carretto sgangherato del mercante. Saba risistema alcuni frutti in base al colore e raccoglie un cetriolo – uno dei frutti persiani più importanti – ,lo taglia per la lunghezza e sparge del sale sulla polpa. Anche se è ormai una donna, strofina le due metà per formare una schiumina salata, come faceva quando era bambina. Si asciuga la punta del naso mentre vaga per casa, cercando Abbas in ogni stanza, non perché abbia bisogno di lui, ma solo per accertarsi di essere sola. Alla fine, raggiunge la porta della propria camera, la stanza dove dorme ma non ha il permesso di tenere i vestiti. Certa ormai che non ci sia nessuno in casa, Saba si sfila il velo e la giacca, restando in una sottile camicetta e una gonna grigia. Apre la porta, pronta a gettare i vestiti sul letto, ma si ferma.

Abbas è davanti al tavolinetto. Ci sono due estranee in camera sua, insieme a lui.

Saluta le due sconosciute sedute sul letto, amorfe sotto il chador cittadino, stravaccate con agio materno. Sembrano le Sorelle del Basij, le donne islamiche vestite di nero appartenenti al corpo militare volontario che ha contribuito a imporre le leggi postrivoluzionarie ai compatrioti iraniani. Perché sono lì? Donne come quelle si vedono di rado nei piccoli paesi del Nord. Sono entrambe coperte fino alle sopracciglia, non mostrano neppure una ciocca di capelli, si vede solo una distesa ipnotica di nero. Confabulano sottovoce con Abbas. All’inizio Saba non teme la loro presenza, sorpresa soltanto della loro mole che riempie la stanza, come una nube nera. Sembrano avvoltoi mascherati da corvi. Ma poi, una di esse ostenta un sorriso senza labbra, il genere di sorriso che sprofonda nel volto e aggredisce gli occhi con il proprio rigore, e Saba pensa di averla già vista.



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